18.2.12

L'Inter non c'è più

Cosa sta succedendo alla squadra di Claudio Ranieri? E' bastato davvero poco a trasformare la super-squadra che stava risalendo la classifica (pensando sempre più di tornare in corsa per lo scudetto) ad un'Inter in confusione totale, che sta collezionando ogni settimana che passa dei risultati scioccanti. Il campionato nerazzurro ha avuto diverse svolte e diversi momenti, che ora riassumo. Cominciando dall'esonero alla quarta giornata di Giampiero Gasperini dopo la sconfitta 3-1 in casa del Novara, anche se era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: Gasp è passato alla storia come unico allenatore a non aver vinto una partita ufficiale sulla panchina dell'Inter, dopo il k.o. in Supercoppa contro il Milan, la sconfitta 4-3 di Palermo e lo 0-0 con la Roma. Subentra quindi Ranieri, che lentamente riesce ad imprimere alla sua squadra un ritmo migliore, seppur ancora fortemente altalenante, come testimonia la sconfitta casalinga 1-2 con la Juve e le successive due vittorie contro Cagliari per 2-1 e Siena (0-1 Castaignos).
Ho preso questi tre incontri come un esempio, perché anche in precedenza l'Inter aveva alternato vittorie a sconfitte, raramente pareggi (trionfo 1-3 a Bologna, batosta presa in casa col Napoli 0-3, k.o. in rimonta a Catania 2-1...). Dopo queste due vittorie con Cagliari e Siena l'Inter è crollata nuovamente nel baratro, perdendo 0-1 in casa con l'Udinese: decide Mauricio Isla. La crisi incombeva ormai sulla squadra di patron Massimo Moratti, ora come mai più, poiché sì Ranieri aveva migliorato la situazione, ma essa rimaneva comunque complicata. In risposta da questo momento i nerazzurri hanno cominciato la famosa serie delle 7 vittorie consecutive in campionato, 8 se si conta la Coppa Italia. Davvero una svolta importante per l'Inter, che si stava sempre di più proiettando vicino alla vetta, sognando non solo la zona-Champions (che sembrava ormai irraggiungibile) ma anche il tricolore, seppur lo svantaggio nei confronti della Juve rimaneva ampio anche se diminuito sensibilmente. Il riscatto è cominciato nella vittoria interna per 2-0 contro la Fiorentina: nel primo tempo segna come ex Pazzini, nella ripresa raddoppia Nagatomo, anche se si ricorda che in quel match la prestazione difensiva dei viola fu disastrosa. Il secondo punto esclamativo è arrivato nello 0-1 in casa del Genoa, ancora segna Yuto Nagatomo (questa partita è un recupero). Un altro 0-1 è poi nel weekend nella giornata effettiva al Manuzzi, dove i giocatori interisti vincono e convincono un po' meno grazie a Ranocchia. Non può comunque più essere un caso, e la rinascita dei cugini del Milan è definitivamente confermata dallo strepitoso 4-1 rifilato al Lecce in rimonta: apre Muriel per gli ospiti, poi l'Inter prende 4 pali e pareggia con Giampaolo Pazzini. Nella ripresa torna al gol El Principe Milito, chiudono Cambiasso e Ricky Alvarez. Questo incontro è anche la rinascita di Diego Milito, che si sblocca. Tutto rose e fiori quindi per i nerazzurri, con Moratti che finalmente si sfoga e conferma di aver avuto ragione quando diceva che bastava tempo. L'apice della rimonta sta nel travolgente 5-0 al Parma; due Milito, uno Thiago Motta (ultimo gol con questa maglia, come sapete è stato ceduto al P.S.G a Gennaio), Pazzini e punto esclamativo di Marco Davide Faraoni, giovane esterno promettente alla prima gioia in Serie A. L'Inter però viaggia anche in Coppa Italia e batte 2-1 il Genoa: centri di Maicon e Poli, nel finale segna Birsa per gli ospiti. Se avete contato bene sono 6 le vittorie di fila, ma è da qui che l'Inter comincia a calare, perché sì vince altre 2 volte ma le prestazioni si fanno meno irresistibili: a cominciare dal grande Derby contro il Milan. I rossoneri giocano, francamente, meglio dei cugini ma vengono puniti dalla rete di Milito ad inizio ripresa su errore di Abate. Ciò si ripete anche nel 2-1 rifilato alla Lazio; biancocelesti avanti con Tommaso Rocchi, ribaltano il solito Milito e il Pazzo (in fuorigioco). A fine partita lo stesso Ranieri ammetterà che i tre punti sono stati anche frutto della fortuna. Poi è successo qualcosa. La decaduta totale dei nerazzurri comincia con il k.o. di Napoli nei quarti di Coppa Italia: nel primo tempo la squadra di Ranieri è irriconoscibile, nella ripresa si svegliano dopo il rigore finalizzato da Cavani, ma non basta. Finisce poi 2-0 con la doppietta del Matador nel recupero. Dobbiamo inoltre considerare che l'Inter stava tenendo una difesa molto convincente nel filotto di risultati utili consecutivi, tutt'altro ma proprio tutt'altro da questo momento in poi. Una sconfitta ci sta ed è normale, due anche, quindi i tifosi non si devono preoccupare più di tanto dopo la sconfitta in campionato 1-0 in casa del Lecce (Giacomazzi a segno). Arriva poi l'incredibile 4-4 con il Palermo: rosanero in vantaggio grazie a Mantovani, pareggia Milito, nella ripresa rete di Miccoli ma ancora pareggio con la doppietta del Principe. Rimonta completata con la prima tripletta in nerazzurro per Milito, riagguantata dalla doppietta personale di Fabrizio Miccoli. Il 4-3 che sembrava chiudere il match è il poker di Milito (davvero in giornata, eccome l'argentino), ma la tripletta con la quale Miccoli risponde conclude in pari la gara. E ci può stare. Non ci sta, invece, prendere una batosta pazzesca dalla Roma all'Olimpico: netto ed indiscutibile 4-0 della squadra di Luis Enrique, con la doppietta di Fabio Borini in mezzo, apre Juan e chiude Bojan Krkic. Non ci sta neanche la sconfitta successiva, in casa 0-1 contro il Novara ultimo in classifica: la squadra si rende pericolosa ma soprattutto con dei tiri da fuori, non convince granché. Segna la bestia nera Caracciolo. Da Novara al Novara, ma Moratti decide di dare una delle ultime possibilità a Ranieri. Consiste nella sfida interna con il Bologna, che si tramuta in un'altra figuraccia clamorosa: 0-3! Eppure i nerazzurri stavano giocando bene fino alla rete di Di Vaio, seguita un minuto dopo (su errore imperdonabile di Ranocchia) dalla doppietta del centravanti. Nel finale segna e chiude Robert Acquafresca. Ed ecco qui. La squadra è la stessa, anzi con i ritorni di Forlan e Sneijder ci si aspettava un ulteriore sprint, e invece... Davvero inspiegabile questo rapidissimo cambio di rotta, è veramente bastata la sconfitta di Napoli a rendere quella macchina da guerra una fortezza espugnabile da chi nemmeno si sarebbe dovuto prendere il permesso di farlo? Per il momento rimane Ranieri, ma la sfida di Marsiglia sarà probabilmente l'ultimatum.

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