11.2.12

Parla Maradona: "Pelé ritorni al museo!" e molto altro...

In un periodo così gelido, non poteva che arrivare l'ennesima bufera di polemiche tra il "Pibe de Oro" Diego Armando Maradona e "O Rei" Edson Arantes do Nascimento (Pelé), ma Diego, non contento, tira in ballo un po' tutti e li attacca a fucile spianato.
L'ex campione del Napoli e della nazionale argentina ha attaccato il rivale storico, il brasiliano Pelé: "Deve parlare per forza male di qualcuno se vuole che lo paghino. Sarebbe meglio che se ne tornasse al museo o si facesse dare la pillola giusta. Si fa vedere solo per le premiazioni, non lavora da vent'anni e per fare il politico ha bisogno di un calcio nel culo che lo faccia arrivare fino alla Fifa. Per questo preferirei bere una birra con Ronaldo che con lui".
Insomma Maradona non ci va per niente leggero, come al suo solito, e paragona Pelé ad un vecchio dinosauro, anche questa cosa non nuova. Poi lo invita a darsi maggiormente da fare e a cercarsi un'occupazione vera invece di buttare fango su altre persone ammettendo di preferirgli Ronaldo.
Il Ct della squadra araba dell'Al Wasl confessa poi che gli piacerebbe, e non poco, tornare nel "suo" Boca Juniors per allenarlo: "Credo che succederà. Magari quando avrò finito qui a Dubai, quando Falcioni (attuale allenatore del Boca) andrà via e quando si faranno da parte tutti quei dirigenti che non capiscono assolutamente nulla di calcio". Maradona approfitta dell'argomento e interviene anche sull'ostracismo generale che i grandi dirigenti del calcio argentino nutrono nei suoi confronti: "In Argentina mi hanno chiuso le porte in un modo incredibile ma non è una novità. Sapevo da tanto tempo che se non sei in buoni rapporti con i dirigenti o con i presidenti non ti fanno entrare nei club. Tutti lo sanno, ma fanno finta di essere stupidi. Per questo sostengo di essere un esiliato sportivo e se sono qui negli Emirati è solo perché qui mi guadagno il pane".
Diego ricorda poi la paradossale situazione che sta vivendo il suo pupillo Carlitos Tevez, separato in casa nel City: "E' chiaro che mi dispiace per quello che è successo, conosco bene Carlos sia come ragazzo che come giocatore e perderlo per una lite stupida con un allenatore mi sembra una grande ingiustizia. Conosco benissimo anche Roberto Mancini, era un bambino viziato già alla Sampdoria e poi all'Inter. Oggi lo è ancora, ma al City. Bisogna avere un certo tatto con i giocatori e capire quando è il momento di mandarli in campo oppure no. Il problema è che se cedono Carlitos ne devono prendere un altro". Nei Citizens gioca però anche il genero di Maradona, Aguero: "Il Kun fa la differenza, anche in una squadra in cui il giocatore che e' stato pagato meno costa tantissimo. Sapere quando costa l'ultima riserva del Manchester City e' una cosa che ti mette i brividi...". Ricapitolando, quindi, ancora una volta un Maradona molto arrabbiato con i suoi nemici storici, più Mancini, accusato di essere un viziato, di non aver capito il comportamento di Tevez e averlo messo fuori squadra.

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