20.5.12

La finale, i protagonisti: Didier Drogba

Quest'anno è stato l'anno di Drogba. Il centravanti ivoriano, spesso offuscato dalle onnipotenti immagini di Lampard e Terry, è una vera bandiera ed un vero simbolo del Chelsea. Un leader, un campione, un trascinatore che con il suo spirito, la sua sportività, i suoi gol ha portato in alto la squadra Blues. In questa stagione più che mai.

Premier League a parte, dove le reti di Drogba non sono servite al Chelsea per ottenere un soddisfacente piazzamento in classifica, l'attaccante è stato decisivo sia in FA Cup che in Champions League. Rivitalizzato dall'arrivo di Roberto Di Matteo in panchina, Drogba ha fatto cose straordinarie in quella che probabilmente è stata la sua ultima stagione con la maglia londinese. Nella "FA Cup final", ovvero nella finale della coppa inglese, Didier Drogba ha salutato lo stadio di Wembley (dove si gioca sempre la finale) con il gol decisivo nel 2-1 al Liverpool. Dopo il vantaggio di Ramires, il suo splendido raddoppio con una girata all'angolino ha reso inutile il centro di Carroll per i Reds. In Champions ha segnato 6 reti totali, ma tutte molto importati; dopo le prime nella fase a gironi, ha siglato il gol che riapriva la rimonta contro il Napoli negli ottavi (finì 4-1 e passo il Chelsea dopo il 3-1 dell'andata). In semifinale ha spinto in rete la palla dell'1-0 decisivo col Barcellona, all'unica vera palla-gol avuta. In finale, ha saputo sfruttare l'unico corner per il Chelsea in tutta la partita (contro i 20 del Bayern, per la cronaca), impattando di testa la pennellata sul primo palo di Mata e spedendo la sfera all'incrocio dei pali, siglando l'1-1 anche qui alla prima occasione avuta. Poi, ai calci di rigore, è toccato a lui battere l'ultimo: non ha perso la calma, con grande intelligenza ed esperienza ha preso pochissimi passi di rincorsa (per non far capire le sue intenzioni al portiere) e con vera freddezza ha spiazzato Neuer all'angolino. Poi, come al solito, il segno della croce e l'esultanza sfrenata; un rituale che evidenzia la sua religiosità, lui che anche in questi momenti ritaglia lo spazio a Dio. Ora, dalla prossima stagione, andrà probabilmente a giocare nei campionati minori in Cina. Semplicemente intramontabile.

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