12.8.12

Supercoppa Italiana 2012: Juventus-Napoli

Capitan Buffon alza il primo trofeo stagionale
E' la prima volta per la Juventus senza Antonio Conte in panchina (c'è Massimo Carrera), è la prima volta senza Alessandro Del Piero. L'avversario, come nel giorno dell'addio della leggenda bianconera, è il Napoli; a Pechino, capitale della Cina, le due squadre si sfidano per la conquista della Supercoppa Italiana. E' una 'rivincita' per la squadra Campione d'Italia, che lo scorso 20 Maggio ha perso a Roma la finale di Coppa Italia proprio contro i partenopei.


E' anche la prima partita ufficiale della stagione calcistica italiana, subito si assegnerà anche il primo trofeo. La Juve scende in campo con il 3-5-2: Lucio, Bonucci e Barzagli in difesa davanti a capitano Buffon, Lichtsteiner largo a destra, Asamoah a sinistra, Marchisio e Vidal sono le mezzale ai fianchi di Pirlo. In attacco viene scelta la coppia Matri-Giovinco. Il Napoli (con il 3-5-1-1) schiera invece De Sanctis in porta, Campagnaro, Britos e Cannavaro in difesa, Maggio e Zuniga come esterni, Inler, Hamsik e l'esordiente Behrami a centrocampo. In attacco Pandev giostra alle spalle di Cavani.

I primi 20-25 minuti sono di marca bianconera: la Juve controlla bene il match, affondando ma senza riuscire a creare vere e proprie palle-gol, se non un salvataggio del difensore su un'incursione in area di Claudio Marchisio. Molto attivo Kwadwo Asamoah, all'esordio con la nuova maglia, che tenta spesso il dribbling e la giocata, andando anche una volta alla conclusione (palla a lato); poi arriva un episodio dubbio, dove Mazzoleni (ricordiamo che oltre all'arbitro ed ai guardalinee, ci sono anche gli assistenti d'area) lascia correre, infatti Matri chiedeva rigore per un calcio di Britos (ci poteva stare l'assegnazione). Il Napoli attua il suo solito gioco: difesa in 8 giocatori (addirittura è Cavani a impedire più volte il cross rientrando) e contropiede portato dal trio Hamsik-Pandev-Cavani. Schema che funziona eccome, anche perché quest'oggi la difesa bianconera non è delle più attente: siamo al 27' quando Edinson Cavani (sicuramente il migliore dei suoi in tutto l'incontro) scatta in posizione regolare partendo dietro la linea di centrocampo, la difesa della Juve se lo dimentica, El Matador cerca di saltare Gigi Buffon, che con un miracolo lo contiene, poi l'uruguaiano riprende il pallone e di punta batte lo stesso portiere azzurro, scivolato nel tentativo di tornare tra i pali. E' 0-1 per il Napoli, dunque. A questo punto gli uomini di Walter Mazzarri prendono coraggio ed hanno qualche minuto di supremazia, mentre la Juve subisce il colpo; tiro pericoloso di Zuniga, si supera Buffon in calcio d'angolo. Lo stesso estremo difensore è bravo poco dopo a bloccare la conclusione al volo di Goran Pandev, che aveva approfittato di uno svarione difensivo. Ci prova pure il capitano, Paolo Cannavaro, che calcia dalla distanza ma trova la parata di Buffon. In contropiede, però, la Juve trova, alla fine, il pareggio: gran cambio di gioco di Stephan Lichtsteiner, lo svizzero pesca l'inserimento di Asamoah, che calcia al volo in corsa e trova un gol spettacolare, spedendo di potenza e precisione la palla all'angolino. Un po' sorpreso Morgan De Sanctis, ma non era affatto facile: 1-1 al 37', primo gol, alla prima partita con la Juventus, per il ghanese. Dura però poco la gioia dei calciatori juventini: al 41' Bonucci sbaglia clamorosamente la chiusura su Pandev, il macedone va verso la porta e beffa il portiere con un 'tocco sotto' delizioso. E' 1-2 per il Napoli, finisce così il primo tempo, dopo un ultimo brivido: su un campanile, De Sanctis rischia moltissimo intervenendo male con i pugni, lo salva la traversa esterna. Nella ripresa arriva subito il cambio che si rivelerà decisivo: esce Alessandro Matri, entra Mirko Vucinic, il quale spaccherà in due il match e si renderà decisivo con le sue giocate. Subito, al 48', avrebbe meritato il gol: il centravanti montenegrino se ne va in area sulla sinistra, gran botta di mancino, miracolo del portiere napoletano che devia la sfera facendola sbattere sul montante alto. La partita si incattivisce non poco: il Napoli comincia ad attuare una serie di falli durissimi sui giocatori bianconeri, le ammonizioni fioccano. Il più colpito è Sebastian Giovinco, buona la sua prova, che viene spesso atterrato nel tentativo di dribbling. Al 53' la squadra comandata da Carrera va ancora vicina al pari: magistrale la punizione di Andrea Pirlo, ottima la risposta di De Sanctis, che poco dopo non poteva nulla su un altro calcio di punizione del regista, pallone alto di un soffio. Il Napoli ribatte con l'occasione per Matador Cavani, davvero immenso: l'attaccante ex Palermo brucia in velocità Lucio e prova a calciare da posizione decentrata, ma chiude troppo il sinistro. La risposta bianconera è strepitosa: clamorosa opportunità per Vucinic, che dopo aver saltato il portiere, non riesce a segnare per il salvataggio sulla linea di Cannavaro. La tensione sale, il Napoli ci prova in attacco sia con Cavani, che sfrutta un'altra indecisione di Bonucci, sia con Gargano, dove il difensore bianconero è bravo a deviare in corner. Al 73' il Napoli comincia a perdere la testa: cross basso dalla destra di Lichtsteiner per Vucinic, che sposta il pallone, interviene Federico Fernandez che falcia il montenegrino, l'arbitro assegna giustamente il calcio di rigore. Dal dischetto va Arturo Vidal, trasformazione perfetta e 2-2. E sì, i partenopei partono di testa: all'85' Pandev dice qualcosa di offensivo che noi non riusciamo a comprendere verso il guardalinee Stefani, l'assistente lo segnala all'arbitro, che non ha dubbi ed espelle il macedone con un rosso diretto. Con il Napoli in 10, il dominio della Juventus diventa ancora più insistente: ci prova con una botta terrificante dalla distanza Leonardo Bonucci, la blocca De Sanctis seppur con un fremito. Poco dopo è ancora il difensore centrale ad innescare con un lancio Giovinco, la Formica Atomica tenta la girata al volo ma cicca la palla. Sarebbe stato un gol da fenomeno; intanto, al 93', a pochi secondi dalla fine, arriva un altro episodio contestato: Giovinco subisce l'ennesimo fallaccio, questa volta di Zuniga. Il colombiano, essendo già ammonito, si becca il doppio giallo e la conseguente espulsione. Il Napoli termina i tempi regolamentari in 9 uomini contro 11. Qui la contestazione è per il fatto che prima del fallo di Zuniga il colombiano avrebbe subito fallo non sanzionato da parte di Vidal: non è sicuramente una giustificazione, anche perché nel corso del match più volte Mazzoleni si è dimostrato indulgente nel tirare fuori cartellini (rischiavano il rosso anche Cannavaro e Cavani). Negli extra-time non c'è storia: il Napoli in doppia inferiorità numerica viene schiacciato dalla Juventus (tra l'altro anche Mazzarri era stato espulso per proteste). Al 97' arriva il 3-2 bianconero: punizione dalla destra di Pirlo, De Sanctis esce a vuoto, Maggio firma l'autogol nel tentativo di anticipare Bonucci lì dietro. A questo punto la Juve dilaga poco dopo: siamo al 101' quando Marchisio viene imbeccato in area, il "Principino" serve con un elegante esterno destro Vucinic, il montenegrino ha tutto il tempo di stoppare, prendere la mira e trafiggere il portiere per il 4-2. Straordinaria prova dell'ex Roma, che entrato nel secondo tempo ha colpito una traversa, si è conquistato il rigore, ha segnato il gol della sicurezza ed ha messo in continua apprensione la difesa partenopea. Nel secondo tempo supplementare assistiamo ad un allenamento: la Juve attua un'asfissiante possesso palla dietro la metà-campo, rischiando solo in due o tre occasioni il contropiede. Senza affondare, nonostante più volte ce n'era la possibilità: se la Juve avesse voluto, sarebbe stata in grado di segnare ancora molto, nonostante mancassero solo 15 minuti (solo una palla-gol per Padoin).

La Juve vince il secondo trofeo dell'era Conte, nonostante in panchina ci sia Carrera, battendo in rimonta 4-2 il Napoli: è la quinta Supercoppa Italiana per 'La Vecchia Signora'. Purtroppo, però, c'è tempo per un'ultima figuraccia che fa il nostro calcio: il Napoli diserta la premiazione per protesta, va addirittura in silenzio stampa. Un atto vergognoso che ad occhio e croce non ha senso, ma che per De Laurentiis è una protesta verso l'arbitraggio di Mazzoleni, in realtà buono. I tre episodi contestati, infatti, non sono sbagliati: il rigore c'è tutto, l'espulsione di Pandev (se veramente il macedone ha detto qualcosa) è per regolamento, quella di Zuniga è ineccepibile. Anzi, l'atteggiamento troppo duro dei giocatori napoletani in campo avrebbe meritato sorte peggiore, infatti non è possibile vedere picchiare così da una squadra che ha vinto la Coppa Italia. In realtà, la vera motivazione è la non accettazione della sconfitta: come sottolineano Marotta, Marchisio e Vucinic, nella finale di Coppa la Juve, nonostante l'amarezza ed un rigore solare negato a Marchisio, si presentò alla premiazione, applaudendo gli avversari e senza attuare questa mancanza di rispetto.

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