2.2.13

Coppa Italia 2012/2013, ritorno semifinali: Lazio-Juventus

Floccari abbracciato dai compagni
Il suo gol nel finale è decisivo
Dopo il rammaricato 1-1 dell'andata allo Stadium (gol di Peluso e Mauri, ecco la cronaca), la Juventus cerca il riscatto e il passaggio del turno in casa di una Lazio che non vuole lasciare l'impresa a metà. All'Olimpico di Roma si gioca per accedere alla finale della Coppa Italia, per incontrare la vincente di Inter-Roma.

E' la Juventus che cerca di fare la partita giocando con aggressività, la Lazio si difende e prova talvolta a ripartire in contropiede. La prima conclusione degna di nota arriva al 10' con Giovinco che va direttamente in porta su calcio di punizione (dal lato corto dell'area di rigore), il pallone sorvola di poco la traversa. In questo periodo pieno di errori arbitrali e di polemiche, non poteva mancare un altro episodio anche quest'oggi: Isla lancia Vucinic in area di rigore, il montenegrino salta Marchetti che lo abbatte. Sarebbe stato calcio di rigore sacrosanto, ma l'arbitro clamorosamente non se ne avviene ed assegna un calcio d'angolo (tra l'altro sbaglia due volte, perché o dai il rigore o la rimessa dal fondo...). Altro guizzo di Isla, esce bene Marchetti in anticipo; al 26' prima occasione per la Lazio con il tiro da fuori area di Hernanes, la palla termina sul fondo. Alla mezz'ora ancora un altro errore arbitrale, stavolta contro i padroni di casa: Isla controlla male regalando il possesso a Klose, il cileno per rimediare al proprio errore allunga il piede e sgambetta il tedesco, che cade ma senza protestare si rialza e cerca di recuperare la sfera. Forse è proprio questo che induce in inganno il direttore di gara Banti, perché anche qui il penalty ci stava. Al 46' contropiede-Juve con Vucinic che entra in area e calcia violentemente, il portiere Marchetti respinge con i pugni; passa un minuto e ancora l'undici di Conte si rende pericoloso con Giovinco che, imbeccato in area da Vucinic, prova la girata col destro ma colpisce male. Termina dunque a reti inviolate il primo tempo, non proprio esaltante. Nella ripresa, dopo pochi minuti, sono gli uomini di Petkovic che si portano in vantaggio: al 53' Ledesma pennella in area per Gonzalez, zuccata vincente alle spalle dell'incolpevole Storari. La Juve prova a reagire con grande impegno, ma senza riuscire veramente ad impensierire Marchetti. Il tempo scorre, la Lazio si chiude come può: al 75' Vucinic calcia dal limite dell'area, facile la parata del portiere avversario; poco dopo ci prova dalla distanza Quagliarella, poca precisione. Vengono concessi 6 minuti di recupero, e all'interno degli stessi succede qualsiasi cosa inimmaginabile. Al 92' la prima, ovvero il pareggio della Juve: traversone di Peluso, Biava prolunga la traiettoria, Radu si addormenta facendosi anticipare da Arturo Vidal, che controlla e col sinistro segna l'1-1. Sembrano vicini i supplementari, ma niente per sogno: nemmeno un minuto e al 93' i biancocelesti siglano il nuovo vantaggio. Corner perfetto di Mauri, la difesa ospite è ferma, stacca imperiosamente Sergio Floccari, palla all'angolino e 2-1. Veramente pazzesco. E' finita qui? Certo che no. Al 95' i bianconeri hanno la palla del match-point: Vucinic trova in area di rigore Giovinco, è tutto solo davanti a Marchetti che con un miracolo strepitoso respinge, arriva Marchisio a porta vuota ma il 'Principino' juventino colpisce incredibilmente male e non trova lo specchio ormai sguarnito. Anche sfortunato l'azzurro, dato che la palla gli capita 'male': certo, da lì, non puoi sbagliare, come Giovinco non può sbagliare una palla-gol del genere. La Lazio tira un sospiro di sollievo ma deve ancora soffrire: al 97' punizione di Pirlo (dentro all'area c'è anche Storari), incorna Vidal ma senza mira.

E' il boato dell'Olimpico che sancisce il passaggio del turno della Lazio, 2-1 sulla Juve. Alla fine, tirando le somme, il fato è stato crudele con i bianconeri, che nel doppio impegno avrebbero sicuramente meritato molto di più la finale di quanto non l'abbiamo meritata i romani. Ma il calcio è questo, si sa, spietato e meraviglioso allo stesso tempo.

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